La fascistissima, storicamente parlando, casa editrice fiorentina Vallecchi dà alla stampe proprio intorno al 25 aprile, con un tempismo che un tal Langone di "Libero" non si esime da rimarcare, un libro di poesie dal titolo provocatorio e furbescamente dotto: Ogni donna ama un fascista. Lo firma Gemma Gaetani , autrice per fortuna sconosciuta ai più, che tra le tante perle di saggezza "futurista" ci regala, ad esempio, questa:
"La donna che lavora è un controsenso. / Non è rivoluzione, è involuzione. / Con gran sincerità, io questo penso / e per me è un dogma, non un’opinione".
Ora, con nostra grande soddisfazione, possiamo: 1. non curarci dei "dogmi" e persino delle opinioni della signora Gaetani 2. restare fermamente ancorate al convincimento che rime alternate e versi traballanti, aggiunte alla convinzione che "poesia" sia andare a capo appena si può, non rappresentino in alcun caso un prodotto letterario e pertanto non meritino in genere la dignità della stampa. In aggiunta, ci resta solo da evidenziare che per quanto Gaetani e scriventi femmine affini siano portate in palmo di mano da Vallecchi e strombazzate come autrici degne di nota da "Libero", non sarà certo per questo che smetteremo di considerare il machismo (di destra e di sinistra) ridicolo ed esecrabile e il maschilismo un fatto culturale che il fascismo seppe esaltare e che purtroppo nessuna Liberazione è mai intervenuta a cancellare del tutto.
Con buona pace del giornalista Langone, questo 25 aprile non lo passeremo "audacemente" con in mano l'inno poetico agli "uomini veri", ma ancora una volta torneremo con il pensiero a omaggiare i partigiani tutti e in particolare le donne della Resistenza e la Resistenza delle donne, quella fatta con le armi e senza, come ci ha spiegato Anna Bravo. Perché a loro, a quegli uomini e a quelle donne dobbiamo la possibilità - politica e culturale - che ancora ci rimane di superare questi tristi tempi, arroganti e stupidi.